Bonus 110% – novità
Quotidiani del Sole 24 Ore
Superbonus 110%, 413 emendamenti al Dl Rilancio per allargare sconti e beneficiari
Quotidiano di Edilizia e Territorio|8 giugno 2020|di Marco Mobili e Giorgio Santilli
Dal Parlamento arriva la conferma che l’ecobonus al 110% è la partita decisiva del decreto rilancio: sono ben 413 gli emendamenti all’articolo 119 che chiedono di riscrivere o integrare il super-bonus per i lavori di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza degli edifici. Anche la maggioranza di governo è convinta che il superbonus è un tema di dialogo con il Paese: con una mossa piuttosto sorprendente, che per una volta mette da parte divisioni e lacerazioni, sottoscrive un emendamento comune firmato da tutti i gruppi che interviene su buona parte della norma (si vedano Il Sole 24 Ore di ieri e il servizio sul sito www.Il Sole24Ore.com). Tra le novità più rilevanti di questa prima proposta di Pd, M5s, Leu e Italia Viva: l’allargamento dell’ambito di applicazione dello sconto fiscale alle seconde case (esclusi castelli e ville di lusso), agli alberghi e agli immobili vincolati; l’allungamento di un anno, fino al dicembre 2022, del periodo utile per realizzare (e fatturare) i lavori; l’attenuazione del vincolo del doppio salto di classificazione energetica Ape che non sarebbe più dirimente per l’accesso al 110% per gli interventi di isolamento termico (il cosiddetto cappotto) e per la sostituzione delle caldaie; la possibilità di approvare gli interventi condominiali attraverso assemblee online.
Da questa valanga di emendamenti uscirà vivacizzata anche la dialettica fra Parlamento e governo, in particolare saranno il Mef e la Ragioneria che per ora hanno messo a disposizione del Parlamento 800 milioni per le modifiche e dovrebbero trovare eventuali risorse aggiuntive per allargare platea e strumenti del superbonus. Certo è che il governo non ha tardato a mandare un chiaro segnale di disponibilità alle modifiche con il sottosegretario a Palazzo Chigi, Riccardo Fraccaro: «Accolgo con favore le proposte trasversali volte a estendere il Superbonus al 110% per l’efficientamento energetico e le misure antisismiche fino al 2022, anche a tutte le seconde case. È ed è sempre stato questo il mio obiettivo». E guardando anche alle opposizioni Fraccaro ha aggiunto che è pronto a tornare «alla formulazione originaria di una misura», da lui fortemente voluta, «che consentirà di rilanciare in maniera decisa la crescita economica e di tutelare l’ambiente».
Si apre così un percorso di modifica parlamentare che durerà qualche settimana prima di arrivare a nuove, solide certezze legislative per i cittadini che vogliono intervenire. L’agenzia delle Entrate darà a breve i chiarimenti previsti, tenendo conto del testo del decreto legge originario, per cominciare a sciogliere i nodi principali, soprattutto quello delle modalità di cessione del credito e dello sconto in fattura che sono il vero bazooka capace di trasformare l’agevolazione in un intervento di massa. Questi chiarimenti darebbero modo a proprietari e condomini di cominciare a organizzare e progettare gli interventi, anche perché gli interventi già ammessi al perimetro dell’agevolazione saranno confermati. Potrebbero beneficiare, semmai, di condizioni più favorevoli. Per esempio sul tema dei materiali che, per come è scritta oggi la norma, i costruttori considerano piuttosto vincolanti con i Criteri ambientali minimi (Cam), non è escluso un ritocco parlamentare.
Il superbonus ha scatenato comunque tutti i gruppi parlamentari che arrivano a chiedere la possibilità dello sconto Irpef al 110% anche per la sostituzione delle piastrelle dei bagni. C’è poi chi chiede, anche nella maggioranza, l’estensione agli immobili delle imprese oppure l’innalzamento al 110% per gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, di sistemazione dei giardini (bonus verde), di rifacimento delle facciate.
L’emendamento di maggioranza consentirebbe anche di estendere il superbonus agli enti non commerciali, associazioni e società sportive dilettantistiche, ai patrimoni immobiliari dismessi da società a partecipazione pubblica.